Dodici anni fa, progettammo la ristrutturazione della nostra nuova casa scegliendo un open space per la zona giorno e due camere, per la zona notte. Arrivavamo da un appartamento di 45 m² e avevamo esigenze diverse da quelle attuali. Del resto Rebecca era ancora nella mia pancia e Nicolò solo nei nostri sogni. La priorità erano i grandi spazi: per giocare con la piccola in arrivo e da condividere con gli amici.
Una parete per dare carattere all’ambiente
A separare, idealmente, cucina e salotto optammo per una “finta quinta“, una parete creata ad hoc in cartongesso, impreziosita da una bellissima carta da parati.
In 12 anni sono cambiate molte cose ma lei è rimasta uguale, ferma nel suo look contemporaneo e minimalista.
Ok, periodicamente ospita zucche e ragnatele per Halloween e decorazioni natalizie, ma niente di più.
Nonostante gli anni, è sempre attuale: la carta da parati nera, all’epoca ancora un po’ tabù, regala un bel contrasto con il bianco della madia e della lampada!
Non ho mai avuto timore di osare. Se la casa è molto luminosa, perché non azzardare una parete scura?
A dare il tocco in più c’è un quadro che sembra sia stato creato proprio per questo spazio. Realizzato nel 1985 da un caro amico di famiglia, è stato donato al papà di Paolo. Nonostante le mie suppliche, non ha mai acconsentito a regalarmelo (o almeno a prestarmelo), finché… non ha visto questa parete. Davanti alla sua eleganza senza tempo, ha capito che si trattava del posto giusto per valorizzare al meglio il dipinto.
Il Coronavirus ha cambiato le priorità
E poi è arrivato il Covid-19! L’emergenza ha portato con sé nuove abitudini familiari e ci ha messo di fronte alla necessità di spazi più adatti ai figli che crescono e ai genitori che vogliono… sopravvivere!
Già la nascita di Nicolò ci aveva fatto presagire che qualcosa sarebbe dovuto cambiare. Il Coronavirus ha agito in maniera più incisiva, facendoci rivedere rapidamente le priorità.
Dopo quasi 3 mesi insieme h24, abbiamo pensato che, per una convivenza armoniosa, qualcosa dovesse cambiare. Visto che i figli è meglio che rimangano con noi almeno fino ai 18 anni, la scelta è ricaduta sull’eliminazione della parete.
La mia amata parete cederà spazio affinché, dopo un’attenta progettazione degli spazi, i giovani di casa possano finalmente avere una camera ciascuno.
Abbiamo pensato di ridurre un po’ la cucina per aumentare lo spazio notte e ricavarne due stanze.
La camera dei bambini è il loro rifugio
La crescita dei bambini comporta esigenze diverse. I grandi spazi di condivisione diventano meno importanti: se da piccoli volevano giocare e fare i compiti sempre vicino ad un adulto, crescendo le cose cambiano.
Vanno alla ricerca di spazi più appartati per ascoltare la musica preferita, chattare con l’amica del cuore o guardare una serie Netflix.
Il rito del film “tutti insieme sul divano” va pian piano perdendo appeal. Come affrontare questo cambiamento? Sicuramente coinvolgendo i diretti interessati che, se interpellati, daranno la loro visione agevolando il lavoro di ristrutturazione e favorendone la riuscita.
Questi mesi sono stati difficili e, purtroppo, non si può dire che siano un lontano ricordo: la scuola si porta ancora dietro un grande punto interrogativo riguardo alla ripresa di Settembre. È possibile che la didattica a distanza diventi parte della routine familiare quindi è necessario rivedere gli spazi affinché ognuno abbia un posto dove seguire le lezioni e, dopo, distrarsi con videogame e fumetti.
Eh, ma non crediate… alla carta da parati non rinuncio! Una parete per la carta da parati si trova sempre. E se ne troverà una anche per il mio quadro preferito.
Ci aspetta una nuova avventura! Ma non mi spaventa niente perché conosco un bravo Architetto e credo che affiderò a lei il nuovo progetto! Se vuoi, te la presento! 😉